GORAN KUZMINAC
Biografia

Rileggendo la mia biografia apparsa fino ad ora, sembra che io non abbia fatto altro che collaborare con Tizio e Caio, scrivere canzoni per Sempronio e produrre per mezzo mondo. Se volete quella biografia, andatevela a cercare su Wikipedia o su qualunque enciclopedia musicale italiana, io non la trovo poi tanto interessante. Vorrei invece scrivere qualcosa di diverso che riguarda la mia vita e la mia musica.
Iniziamo:

Sono nato nella ex Yugoslavia sulle rive del bel Danubio blu, a pochi chilometri da Belgrado. I miei genitori si sono trasferiti in Italia quando avevo sei anni, perche' mio padre che da bambino aveva fatto le scuole a Bressanone e Verona, si era preso in carico una piccola ditta di spazzole e materiale plastico, pur essendo un medico. Ho fatto un'infanzia libera e spensierata in Trentino. Ho imparato a nuotare e pescare nel Sarca (L'affluente del lago di Garda). Ho fatto li' le scuole elementari ed i primi anni delle medie, per poi passare quattro anni in un collegio gesuita in Austria, al "Stella Matutina" di Feldkirch.
Quando sono tornato, dritto come un soldatino e molto educato a tavola, suonicchiavo male la batteria, ma avevo capito che la musica mi liberava un pò della mia cronica timidezza. Liceo scientifico a Trento ed università di medicina a Padova.
Piu' gli esami diventavano difficili e più io suonavo la chitarra.
Un'inverno incontro a Madonna di Campiglio Francesco DeGregori, che aveva appena finito di registrare Rimmel.
Lui è quello che ha "Veramente" buttato un sasso nel mio stagno musicale, generando onde che fino ad ora non si sono mai calmate.
L'anno dopo, firmai il mio primo contratto discografico, credendo di aver "svoltato", senza sapere che allora bastava bussare alla porta di una qualunque etichetta, che ti facevano subito firmare senza problemi. Erano contratti "Leonini".
In pratica qualunque cosa tu producessi, era loro... ed in cambio assolutamente nulla!
Ma mi permetteva di frequentare gli uffici ed il bar dell'RCA e di incontrare colleghi piu' bravi ed avanti di me. C'era modo di confrontarsi. Arrivavo a Roma tutto contento per aver scritto una canzone nuova, ma dopo una giornata a sentire le canzoni degli altri, mi deprimevo e tornavo a casa per scrivere qualcosa di meglio.
La cosa è durata per anni.
Il mondo si divideva tra quelli che avevano già registrato un disco e quelli che invece stavano nel limbo.
Ma intanto affinavo la mia tecnica chitarristica, bilanciavo meglio il volume della voce con quello della chitarra, imparavo accordi e giri armonici nuovi. Ascoltavo un sacco di musica.
Tantissima energia, pochissima esperienza ed un repertorio striminzito ed inascoltabile.
Con le gambe tremanti, iniziai la mia esperienza dal vivo, facendo da "spalla" a tutti quelli che me lo permettevano. Ed erano molti, perche' in fin dei conti erano "amici del bar".
Sono stati anni duri quelli fine settanta. Politica dura e violenta, atmosfera cupa. Brigate rosse e polizia.
Anni di Contestazioni e di autoriduttori, botte da orbi tutte le sere.
Processi pubblici sul palcoscenico ai cantanti. Ho imparato il "Live" in quell'epoca, ed è stata una lezione durissima ma fondamentale. Finalmente dopo un inesistente primo 45giri dal titolo:"Io" con i primi rudimenti del finger style, esce "Stasera l'aria è fresca". Era iniziato il periodo delle radio libere. Tanta voglia di musica.
Erano tutti DJ improvvisati. Si trasmetteva dalle soffitte e dalle cantine. Ognuno aveva i suoi dischi preferiti, e li portava con sè anche in vacanza. Succedeva cosi' che un ragazzo di Milano in vacanza in Sicilia, trasmettesse nella piccola radio privata del posto, come ospite... gratis!.. E viceversa. E la musica girava eccome! E cosi' "stasera l'aria e' fresca" prese piano piano il volo. Prima a macchia di leopardo, poi su tutta la penisola.
Era suonata in modo strano, era diversa l'atmosfera, il testo era un tormentone. Ma era pur sempre un 45 giri, ed i discografici non capirono se non con molto ritardo che gli era scoppiato un petardo in mano. Passano infatti quasi due anni prima dall'uscita del primo LP :"Ehi ci stai". A quello segui' :"Prove di volo" l'anno dopo, e poi i vari Q concert ed il bagno di folla e di popolarità.
Quando tutto succede all'improvviso puo' dare alla testa, ma se sei giovane, il pericolo è ancora piu' grande. L'unica cosa che capivo fino in fondo, era che non volevo fare canzoni "Alla" Battisti o "Alla" Renato Zero ecc., ma solo le mie.
Il vecchio ed "illuminato" direttore della RCA se ne era andato, ed al suo posto era subentrato un "Commerciale".
Fu quello il periodo in cui dissi:"Chi segue gli altri, non arriverà mai primo", e me ne andai sbattendo la porta.
Non trovai altri contratti discografici, ma nemmeno li stavo cercando.
Erano gli anni ottanta, quelli della "Disco-music". Le batterie elettroniche, i sintetizzatori, l'immagine al posto del contenuto. Tutto si stava trasformando. Eravamo piu' americani noi degli americani stessi. Le radio si stavano trasformando da libere in Network commerciali, e le etichette discografiche Italiane trovavano piu' conveniente mettere sul mercato prodotti statunitensi già confezionati, che produrre qualcosa di nuovo. Dio denaro!. Io vivevo tranquillamente attraverso la mia rete di concerti, che mi permetteva di avere una casa e di mettere su famiglia. Scrissi musica da film, lavorai in studio come produttore, chitarrista, autore, turnista. Ma da maggio ad ottobre stavo su un palcoscenico. Scrivevo canzoni, ma non producevo dischi.
Per quelli (non esistevano ancora i computer e le schede audio) c'era sempre bisogno dell'investimento di una casa discografica che io non avevo. Ho provato ad un certo punto a chiamare le varie CBS, Sony ecc.. ma non riuscivo mai a parlare direttamente con il direttore artistico.Mi passavano sempre il ragazzotto di turno che per mestiere doveva inventare delle scuse.
Cosi' smisi di cercare un contratto stabile. Le canzoni che scrivi devi però fotografarle prima che invecchino troppo. Uscì così "Contrabbandieri di musica" con un'etichetta minore ed un investimento fallimentare, ma che servi' ad ungere la mia voglia di scrivere qualcosa di nuovo. Da lì tutto il resto è stato facile.
Mi ero sganciato dal: "DEVO" fare un disco, ed ero entrato nel:"HO VOGLIA DI" produrre qualcosa di nuovo.
L'era informatica che avanzava, permetteva di ridurre i costi di produzione, e per me che non vendevo una copia fu una manna.
Nei lunghi periodi di silenzio che mi erano stati imposti, mi ero appassionato ai computer. Dal Commodore 64 all'Atari.
Dalla musica ai video ed alla computer grafica. Potenzialmente mi sono ritrovato dopo molti anni di studio, ad essere il musicista, fonico, arrangiatore, regista, grafico, post-produttore,editore, web-designer, liutaio .. di me stesso. Se la vita fosse piu' lunga, sarei una bella squadra!
Negli ultimi anni, e parlo della fine degli anni novanta, inizio duemila, le cose sono andate pian piano cambiando per me.
C'è stato un salto generazionale, è intervenuta l'era dei "Media", la crisi della discografia, ed una sorta di perdita di contenuti "Reali" nel nostro modo di vivere. I concerti sono sempre meno, dischi non se ne vendono (per me non è un problema :-)) ed è difficile trovare qualcosa che non sia una pazzesca compilation negli I-Pod degli adolescenti.
I DJ (anche quelli illuminati) non sono liberi di scelgliere cosa trasmettere. Devono seguire una scaletta commerciale sponsorizzata, (se paghi ti trasmettono, se no ciccia) indipendentemente dalla bellezza di una canzone.
Si sono riciclate canzoni degli anni sessanta, ottanta, novanta.. ed adesso si torna di nuovo ai sessanta. I vecchi artisti conosciuti escono annualmente con "Nuovi" "live" ,"The best of" o reinterpretazioni di vecchi brani "le Fleurs 1,2,3,4,5". Persino i gruppi emergenti invece di dire la loro, reinterpretano vecchie glorie.
Io rimango del credo:"Se non hai nulla da dire è meglio che stai zitto!".
Sono diventato storico e, in qualche oscuro modo quasi un "Vecchio saggio" della canzone italiana. Mi premiano continuamente per la "carriera luminosa" o perchè sono stato il "Primo" ad introdurre il finger style nella canzone d'autore italiana.
Ogni giorno qualche esploratore della rete, scopre che oltre a :"Stasera l'aria è fresca, Ehi ci stai, Tempo, Stella del nord" ho scritto e scrivo anche altre decine di canzoni molto più belle. Si iscrivono al mio FanClub, e si trasformano in Feddayn incazzati della musica.
I miei dischi escono ad intervalli fisiologici.
Prima vivo la mia vita, nel modo piu' intenso possibile per avere qualcosa di nuovo qualcosa da raccontare.
La domanda che mi viene più spesso rivolta è perchè non sono piu' conosciuto, trasmesso, programmato?
Se siete arrivati a leggere fino a qui, la risposta la sapete già:
Non telefono ai politici, ho un pessimo carattere, e sono l'ultimo degli idealisti... :-)